I volontari che sulla strada avvicinano le ragazze da sempre denunciano il loro sfruttamento. Ma sempre meno vengono ascoltati. Secondo Caritas Ambrosiana sono 7 mila le donne vittime di tratta in Lombardia. Le rumene rappresentano il 30% e il loro numero si è negli ultimi 7 anni decuplicato. Subito dopo vengono le nigeriane, che continuano invece ad essere la maggioranza in provincia, perché essendo per lo più immigrate clandestine, se fermate, rischiano di finire nei Centri di identificazione per il rimpatrio, quindi le organizzazioni che le controllano, per non rischiare di perderle, le hanno trasferite in luoghi meno visibili. Si tratta spesso di adolescenti: l'età media si aggira sui 24 anni (il che significa che molte sono minorenni) .
A parere di suor Claudia Biondi, responsabile dell'area grave emarginazione di Caritas Ambrosiana, di fronte al giro di vite delle forze dell'ordine, il racket ha reagito in due modi: ha allentato un po' la morsa per conquistarsi il consenso delle ragazze, oppure ha stretto ancora di più il giogo, per annichilire ogni capacità di reazione. Non è un caso che sono sempre meno le donne che trovano il coraggio di denunciare i loro aguzzini e di abbandonare la strada: appena il 10% chiede di essere aiutata a farlo.
Per approfondire: www.caritas.it
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